domenica 28 ottobre 2012

Italia o estero? e il libro Mad in Italy

Fino a pochi anni fa ero un’esterofila convinta. Ho anche vissuto alcuni anni all’estero (in Europa) dopo la laurea e tuttora ritengo sia stata la migliore esperienza professionale della mia vita. Una volta pensavo che tutto quello che trovavi al di fuori dei nostri confini fosse migliore di ciò che esisteva in Italia e che nel nostro paese le uniche cose di valore fossero arte e cibo.
Oggi ho cambiato molto la mia prospettiva. Questo non vuol dire che all’improvviso io non veda i problemi dell’Italia (tanti) e le migliori opportunità che si possono trovare fuori (molte). Ancora oggi penso che un anno a New York o a Hong Kong siano un’esperienza che farei di corsa e con entusiasmo, e che i self-made men siano una categoria che nasce e si sviluppa solo al di fuori dell’Italia.
Oggi però so che se un giorno partorissi una buona idea imprenditoriale e lanciassi l’attività dei miei sogni (tante idee in cantiere per ora ma poca concretezza ahimé), vorrei farlo proprio qui,in Italia, possibilmente tornando verso i luoghi delle mie origini, in Piemonte, a contatto con le mie radici e la mia terra. Anni fa mio padre comprò in un mercatino un termometro per la casa, poggiato su una mattonella che riportava questa scritta “non cercare la gioia nelle cose lontane”. Una volta pensavo che proprio lontano avrei trovato il mio futuro. Oggi invece lo vorrei costruire qui, nonostante le difficoltà maggiori che il nostro Paese “offre” ai giovani e a chi ha voglia e modo di sviluppare qualcosa in proprio.

Recentemente è stato pubblicato da Rizzoli ETAS il libro Mad in Italy, 15 consigli per fare business in Italia nonostante l’Italia di Giampiero Cito e Antonio Paolo, due tra gli ideatori e responsabili del progetto Mad in Italy.  "L’idea di Mad in Italy è proprio quella di valorizzare, promuovere e far conoscere le idee imprenditoriali di successo realizzate in Italia, dando spazio a tutti coloro che si sentono Mad e che hanno una storia da raccontare: la storia della genesi e della realizzazione della propria idea d’impresa".
Nel libro ogni capitolo è dedicato a un consiglio e alle storie esemplari di grandi e piccoli imprenditori italiani che sono riusciti a metterlo in pratica e lanciare un’attività di successo nel nostro paese. Da Ferrero, a Bianchi, a Grom, viene raccontata la loro avventura e lo spirito che l’ha caratterizzata. Uno spirito di innovazione e di voglia di fare, ma soprattutto di autentica passione.
 
Titolo: Mad in Italy - Quindici consigli per fare business in Italia. Nonostante l'Italia
Autore: Giampiero Cito e Antonio Paolo
Editore: Rizzoli Etas
 
 
"E' la speranza vera, autentica, che viene dal leggere queste storie di imprenditori illuminati che tosti, capaci, tenaci hanno sfidato le intemperie dei mercati partendo dall'unica piazza che a loro sta a cuore veramente, che conoscono e apprezzano: quella di casa loro. Un grande inno alle doti vere di noi italiani: un popolo di naviganti, poeti... E sognatori."
 
E voi cosa ne pensate del nostro Paese e delle possibilità che offre o no ai giovani e a chiunque voglia fare impresa? Siete esterofili o nazionalisti?

lunedì 15 ottobre 2012

Recensione: La cugina americana



Titolo: La cugina americana
Autore: Francesca Segal
Edizioni: Bollati Boringhieri

 "Nella rotazione delle messi, esisteva una stagione precisa per l'avena selvatica, ma non veniva seminata più d'una volta".

Il romanzo inizia con questa frase e solo alla fine del libro ne cogliamo il significato profondo.
La cugina americana è un libro che mi ha attratta da subito, appena lette la quarta di copertina e le prime righe (questo è un mio vezzo, prima di comprare un libro, ne leggo sempre le prime due pagine, solo così capisco se mi attira davvero).
È un romanzo d’amore ma non solo. È anche la precisa descrizione di una comunità, quella ebraica, ricca e borghese di Hampstead nel nordovest di Londra, e delle sue severe regole e tradizioni.
Adam Newman e Rachel Gilbert sono fidanzati da quando avevano sedici anni; hanno appena annunciato il matrimonio, quando nella loro vita fa la sua comparsa la cugina di Rachel, Ellie Schneider, di ritorno da New York dove ha vissuto molti anni sola con il padre dopo la tragica morte della madre in un attentato in Israele. Ellie fa la modella e la sua vita è l’esatto contrario di quella della cugina: trasgressiva, eccentrica, ribelle, Ellie porta con sé un bagaglio di vecchie cicatrici, anni trascorsi allo sbando, storie sbagliate, droga e tentativi di autodistruzione.
Per Adam e Ellie è colpo di fulmine al primo sguardo anche se Adam cerca di celare la sua infatuazione a tutti e a se stesso in primis. La presenza di Ellie, accolta come un figliol prodigo dalla nonna Ziva, l’unica veramente legata alla giovane, sconvolge le tranquille esistenze e gli equilibri della comunità. Adam cerca di evitarla il più possibile per non scatenare le sensazioni di desiderio e gelosia che si impossessano di lui alla sola vista della ragazza e preme su Rachel per anticipare il matrimonio, pensando di sentirsi al sicuro una volta pronunciati i voti di fedeltà.
Quando Ellie si trasferisce a Parigi per lavoro e per fuggire alle cronache scandalistiche per un vero o presunto flirt con un noto personaggio televisivo, tutto sembra più facile da gestire e Rachel e Adam arrivano senza più incertezze (di Adam) alle nozze. Ma è da poco terminata la luna di miele che succede l’inatteso; mentre la società del padre di Rachel, Lawrence (dove lavora lo stesso Adam), si trova in grandi guai finanziari a causa di un investimento mal gestito, nonna Ziva viene ricoverata d’urgenza per un ictus e chiede il rientro dell’amata nipote Ellie al suo capezzale.
Ellie e Adam si ritrovano in ospedale e il desiderio da tempo combattuto e controllato non incontra più freni. Dopo il tradimento Adam decide di parlare a Rachel per lasciarla ma temporeggia in cerca del momento. Lo strano atteggiamento del genero non sfugge però a Lawrence che, vista minacciata la serenità di Rachel e di tutta la famiglia, decide di agire “per il bene di tutti” e organizza il rientro di Ellie a New York.
Riusciranno i due amanti a superare gli ostacoli e a ritrovarsi o i tentacoli della comunità si attorciglieranno intorno a loro per separarli per sempre?
Non vi svelerò il finale (vi toccherà leggere il libro:-))); vi dico solo che questo romanzo non ha tradito le mie attese e l'ho letto d'un fiato.
Dettagliata e precisa la descrizione dei personaggi e del loro carattere. Bella l’ambientazione nella comunità ebraica londinese e nelle sue complesse tradizioni e regole dove “i figli dei sopravvissuti tendono a crearsi un senso di sicurezza con la routine e con una cerchia strettissima di amici, dopo che una generazione ha visto crollare il mondo”.
Il titolo originale è The Innocents e la domanda che mi sono posta alla fine del libro è chi dei tanti personaggi sia veramente innocente: Adam il marito traditore, Ellie, ragazza fragile dal passato ambiguo, Rachel, rigida e perfettamente integrata nei valori della sua comunità, Lawrence e la famiglia, ricchi di buoni propositi ma cauti manipolatori (“Tu proteggerai Rachel e farai la cosa giusta per tutti”)? A voi la risposta se leggerete il romanzo.
Nota sull’autrice: Francesca Segal è figlia di Eric, autore di Love Story: un cognome una garanzia!

mercoledì 10 ottobre 2012

Ma l'amicizia tra uomini e donne esiste?

"L’amicizia tra uomo e donna non esiste perchè il sesso ci si mette sempre di mezzo”.
Era il 1989, era Harry ti presento Sally, commedia insuperabile sull’amicizia (o non amicizia) tra uomo e donna.
Harry e Sally si conoscono 10 anni prima, si perdono di vista più volte, si ritrovano, diventano “migliori amici”, si innamorano e alla fine si sposano (“con una grande torta di cocco con il cioccolato, ma il cioccolato a parte, perchè si sa, non a tutti piace sulla torta”)
Ma non sempre succede così. Può capitare di restare amici per tutta la vita, di litigare e di separarsi o che uno dei due si innamori non corrisposto dell’altro/a. Quest’ultima è la mia storia e io sono quella che non si è innamorata. L’amicizia è rotta e restano solo tante domande, dubbi, sensi di colpa anche, imbarazzi e disagi.
L’amico in questione non si rassegna (e questa è la parte difficile da gestire) ed è convinto che mettendomi sotto pressione io cambi idea (chi glielo dice che non si tratta di cambiare idea ma di emozioni?) e gli amici si dividono sulle parti da prendere.  Alcuni pensano che è naturale che finisca così, l’amicizia tra uomo e donna non esiste, altri dicono che la colpa è mia perchè l’ho incoraggiato (uscire con un amico quando pensi che ci sia solo amicizia è un reato??), altri ancora sono convinti che sono stata cieca fin dall’inizio (e qui parliamo di ben 12 anni...mi servono occhiali speciali?!).
Io mi sento frastornata e le domande sono tante. Davvero l’amicizia tra uomini e donne non può esistere? Ho sbagliato a condividere tanto con colui che ritenevo il mio migliore amico? Le cose torneranno come prima un giorno o la nostra amicizia resterà solo un ricordo?
Voi che ne pensate? vi è mai successo di trovarvi in una situazione così? come l'avete gestita?


Immagine tratta da Harry ti presento Sally



lunedì 8 ottobre 2012

Orticolario e riflessioni varie sulle piante

Sabato sono stata a Villa Erba, a Cernobbio per la mostra floristica Orticolario.

La passione dei fiori l'ho ereditata da mia mamma (che conosce anche i nomi in latino delle varie specie...aiuto!) e sul mio balcone c'è un tripudio di verde. A differenza però di mia mamma che ogni giorno ci dedica cure e attenzioni, io, causa la cronica mancanza di tempo, riesco solo a bagnarle ogni tanto e così il balconcino a poco a poco si sta trasformando in una giungla senza forma (anche perchè tutte le mie piante hanno la tendenza a espandersi in maniera incontrollata creando delle sorti di liane che si attorcigliano tra loro e arrivano fino ai terrazzini dei vicini di casa). Devo decidermi a potarle, anche perchè un giorno o l'altro il gatto potrebbe usarle proprio come fune per calarsi e fuggire....:-))).
A proposito di potatura, è questa la stagione giusta o è troppo tardi? Voi avete il pollice verde?

Ma torniamo a noi, a Orticolario. Magnifica la cornice della villa e del lago e ottima l'organizzazione della mostra (Orticola di Lombardia non si smentisce mai!). L'edizione di quest'anno era dedicata alle orchidee, un fiore che io amo e odio allo stesso tempo; ne comprerei a centinaia ma non lo faccio perchè immancabilmente non riesco a farne sopravvivere nemmeno una (ecco il motivo del mio odio). Avete consigli da darmi in merito?

Ho approfittato della bella giornata per fare qualche foto, ve ne lascio un assaggio.
Buon inizio settimana a tutti


Ingresso Villa
 
Ortensie e Iris


Installazione nel parco


Che bel messaggio!



Ibiscus a foglia semplice



Astri



Realizzato in ferro, stupendo!

Panorama




Ecco, di questo non ricordo il nome ma lo trovo splendido!



mercoledì 3 ottobre 2012

Il linguaggio segreto dei fiori



Titolo: Il linguaggio segreto dei fiori
Autrice: Vanessa Diffenbaugh
Edizioni: Garzanti
Come dicevo in altri post, non sono molto incline a comprare i libri “all’ultimo grido”; anche quando mi attirano molto, aspetto di solito che passino i primi mesi di euforia (in cui leggo commenti e recensioni) e poi li acquisto. Così è stato per Il linguaggio segreto dei fiori, un libro che mi ha attirato dal primo minuto in cui l’ho visto in libreria. Però l’ho comprato solo recentemente e ho finito di leggerlo ieri. L’ho letto d’un fiato e mi è piaciuto, anche se forse mi aspettavo qualcosa di più.
Victoria, abbandonata alla nascita, passa da una famiglia adottiva all’altra fino a finire in una comunità di ragazze sole, da cui se ne va solo al compimento dei 18 anni. In realtà una madre adottiva a cui lei si è affezionata esiste, si chiama Elisabeth, e con lei Victoria ha trascorso l’anno più bello della sua vita. Fino a quel maledetto giorno. Non vi svelerò nulla, ma il disastro di una sera d’autunno, disastro causato intenzionalmente dalla stessa Victoria, influirà sul futuro di tutti i protagonisti del romanzo.
Terrorizzata dal contatto fisico e incapace di costruire una qualsivoglia relazione con le persone che la circondano, dopo aver lasciato la comunità, Victoria si trova a vivere senza fissa dimora dormendo nel parco pubblico di Portero Hill, a San Francisco. La sua unica distrazione sono i fiori, che coltiva di nascosto proprio nel parco, seguendo gli insegnamenti di Elisabeth. I fiori sono l’unico modo per Victoria di comunicare le proprie emozioni. La lavanda per la diffidenza, il cardo per la misantropia, la rosa bianca per la solitudine. Quando trova lavoro nel negozio di fiori di Renata, può finalmente dedicarsi alla sua passione e ben presto le sue conoscenze sui fiori e il suo animo sensibile fanno di lei la fiorista più richiesta in città.
Al mercato dei fiori Victoria si imbatte in Grant, un ragazzo misterioso che sembra conoscere tutto di lei. Scopriremo nel romanzo che Grant è il nipote di Elisabeth, il figlio della sorella Catherine, legata a Elisabeth da un profondo sentimento di amore e odio che influenzerà  anche la relazione tra Victoria e la madre adottiva e porterà la ragazza a compiere l’irreparabile. Victoria non sa se Grant è a conoscenza del suo segreto e non glielo svela. I due si innamoreranno, ma alla nascita di una bella bambina, tutti i conflitti mai risolti di Victoria e la sensazione di inadeguatezza che la pervade da sempre, la porteranno ad abbandonare la piccola al padre e a fuggire. Ma si può fuggire per sempre? No, e un giorno Victoria decide di affrontare finalmente tutti i fantasmi del passato. Riuscirà a farsi perdonare da Elisabeth e ritrovare l’unica madre che abbia mai amato? Grant ne vorrà ancora sapere di lei? Sarà una brava madre o fallirà come è successo in passato?
Tutto viene svelato nel finale. Il libro è un continuo avanti e indietro tra presente e passato, tra Victoria bambina a casa di Elisabeth, e Victoria donna e madre oggi. Il segreto viene svelato solo nelle ultime pagine e questo tiene il lettore incollato al libro, capitolo dopo capitolo.
 E’ una storia avvincente e scorrevole, con un buon ritmo di racconto dall’inizio alla fine. Ciò che mi è piaciuto di meno è proprio il personaggio di Victoria. Anche se giustificata da un’infanzia di sofferenza, Victoria sembra una bambina pestifera e insopportabile prima e una donna totalmente incapace di prendere in mano una volta per tutte le redini della sua vita e smettere di causare dolore a se stessa e agli altri. È un personaggio che a me non ha ispirato simpatia, anzi mi ha innervosita in molte parti del romanzo.
A parte questo però ho trovato il racconto molto carino e originale.
Qualcuno di voi lo ha letto? Che ne pensate? Vi ispira?
Una curiosità: il libro è stato stampato con quattro copertine che rappresentano fiori dal significato diverso. Non si può scegliere la copertina ma bisogna lasciare che sia il caso a guidarci. A me è capitata la Rosa rosa (grazia). Gli altri fiori sono Gerbera (allegria), Bouganvillea (passione), Camomilla (forza nelle avversità). Alla fine del libro trovate il dizionario dei fiori con il significato di tutte le piante (l'autrice l'ha compilato durante la stesura del romanzo, basandosi su libri anche ottocenteschi).
 Una nota sull'autrice: Vanessa Diffenbauch ha scritto il romanzo basandosi sulla sua esperienza di madre adottiva. Vanessa ha due bambini suoi ma ha avuto in affido nel corso degli anni tantissimi bambini disagiati. Grazie a questa esperienza, ha creato anche un'associazione Camellia Network che aiuta i bambini meno fortunati a ricevere l'aiuto che meritano e crescere protetti.